Al di là dei fasti di Villa Pamphili

Al di là dei fasti di Villa Pamphili e dei proclami degli ospiti, le parole più concrete e ricche di equilibrio sono state quelle della Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, quando ha ricordato a tutti e in primo al governo italiano che i fondi stanziati per sopperire alla grave crisi determinata dall’epidemia, sono il futuro dei nostri figli e delle future generazioni.

Un appello ad investirli bene, ma anche un monito. Tradotto in termini semplici : attenzione a non sprecarli, questo è l’ultimo treno. Ma per far ciò occorre concretezza e semplificazione amministrativa che è alla base di tutti i provvedimenti a venire, per renderli rapidi ed efficaci.

Gli Stati generali del Governo in corso si dilungheranno per 10 giorni, più di quelli celebri del 1789 che portarono alla rivoluzione francese alla ghigliottina per chi li aveva organizzati (Luigi XVI) e più del festival di Sanremo con tanto di ospiti internazionali.

In una settimana Stalin, Roosvolt e Churchill divisero il mondo  e decisero la storia per oltre 50 anni, fino alla caduta del muro di Berlino. Conte ha a disposizione 3 giorni in più di loro. Con un vantaggio di 72 ore, le decisioni che si prenderanno a Villa Pamphili certamente cambieranno il mondo più di quanto abbiano fatto i 3 grandi potenti di Yalta.

A meno che non accadrà come successe negli stati generali di Luigi XVI, il quale nel suo diario per descrivere che cosa ogni giorno si stava decidendo in quella grande assemblea consultiva usava una sola parola estremamente riassuntiva “Rien” (niente).

Dunque siamo in attesa del decreto di semplificazione che il Governo Conte sta predisponendo, ci auguriamo che questo rappresenterà un punto di partenza e non di arrivo.

Fabio D’Amora